La volatilità della Volatilità ...

Molti Trader tengono costantemente monitorato il VIX (il così detto "indice della paura") ovvero l'indice della volatilità implicita delle opzioni sullo S&P500.
Ma come si considera il VIX per il trading e qual'è l'attuale situazione tecnica?

L'indice in buona sostanza, ci aiuta ad individuare i periodi di forte incertezza sul futuro dei mercati, ma in particolare rappresenta molto bene il livello di paura che i prezzi subiscano un forte calo. Più è alto il VIX e maggiore è il timore di nuovi crolli sui mercati.
Statisticamente vi sono soglie significative per questo indice, in particolare il livello 20, ovvero la soglia sotto la quale c'è fiducia tra gli operatori e generalmente si assiste a mercati rialzisti, oppure tra 25 e 30, ovvero le soglie che progressivamente indicano il passaggio da una bassa volatilità ad una volatilità più marcata, che generalmente rappresenta i mercati ribassisti.

Per capire in quale situazione ci troviamo ora prendiamo il grafico a breve termine (6 mesi), dove possiamo vedere che la tendenza, dopo due discese e due rimbalzi ora è sostanzialmente orizzontale, in un canale perfettamente inserito tra le soglie 25 e 30, ma l'apparente tendenza positiva della Pista Ciclica richiede un'analisi più approfondita del VIX.
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Per vederci un po' più chiaro facciamo quello che si dovrebbe fare sempre in questi casi, ovvero allargare lo zoom per avere conferme (o eventuali indicazioni contrarian) dell'idea che ci siamo fatti sull'andamento odierno, aprendo un grafico lineare ad un anno:
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Il grafico mostra molto bene i livelli abbastanza bassi di volatilità raggiunti ora rispetto ai massimi (quando ci fu il crollo di marzo), ma non siamo "fuori dalle secche", in quanto ci troviamo tra i livelli 25 (linea gialla) e 30 (linea arancione) e la volatilità sta lentamente risalendo anziché diminuire verso la soglia di normalità 20 (linea verde), come indica la linea di tendenza blu.

Preso atto che i mercati sono ancora in tensione e dobbiamo aspettarci maggiore volatilità (e quindi maggiori rischi), proviamo ora ad allargare ulteriormente lo zoom (20 anni) e proviamo a capire con che velocità varia la volatilità nel tempo.
Per fare questa analisi ci basta generare l'indicatore della Volatilità Storica sopra all'indice VIX della volatilità, per scoprire di fatto la "volatilità della volatilità" (grafico della immagine principale del post che può essere ingradinta cliccandoci sopra).

Con questo grafico notiamo subito i fortissimi livelli di paura che si sono manifestati soprattutto durante i crolli del 2008 e di quest'anno (notevolmente superiori anche al crollo del settembre 2001), poi notiamo la situazione attuale ancora poco serena, ma grazie all'indicatore Volatilità Storica (che nel software può essere generato per qualsiasi titolo o indice, quindi anche sull'indice di volatilità VIX), possiamo vedere dalla linea di tendenza rossa come negli anni le "accelerazioni" di volatilità siano diventate sempre più violente.

Nessuno può prevedere quando arriverà il prossimo "tonfo" dei mercati, ma di certo quando arriverà sarà più veloce e violento dei precedenti, per questo è necessario dotarsi di sistemi di analisi e protezione sempre più rapidi e rigorosi, che siano Trendline, Stop Loss, allarmi o qualsiasi altro metodo si preferisca.  
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